La Trattoria Amicizia, una storia di famiglia nel futuro di Torino

    fotografo Lido Vannucchi

    Promosso da Barilla

    Via Cardinal Massaia, 7 10147 Torino (TO)

    Lo Chef

    Un consiglio

    Negli ultimi cinquant’anni Torino è diventata un crocevia culturale anche grazie alla presenza della FIAT, che per decenni ha attirato lavoratori da tutta Italia e dall’estero, trasformando la città in un mosaico di culture, accenti e tradizioni. Questo movimento continuo di persone ha alimentato una cultura gastronomica ibrida e sorprendentemente ricca, capace di andare oltre la tradizione codificata e consolidata — spesso di matrice langarola, come nel caso dei plin o del vitel tonné — per abbracciare contaminazioni spontanee, nuove abitudini e sapori portati e mescolati da comunità diverse.

    Un esempio emblematico di questa crasi gastronomica e culturale è la Trattoria Amicizia, nel cuore di Borgo Vittoria, storico quartiere della periferia nord-ovest che fino a metà Ottocento era aperta campagna disseminata di cascine e che oggi è ormai completamente assorbito dal tessuto urbano. Rilevato nel 2015 dalla famiglia Gramaglia, il locale, pur conservando l’identità di trattoria di quartiere, assume una veste nuova, in piena sintonia con la filosofia culinaria del giovane chef Kevin Gramaglia, classe 1996, che qui lavora insieme alla sua famiglia facendo leva sulla migliore tradizione della trattoria.

    Il contesto della Trattoria Amicizia riflette le energie, i sacrifici e le sfide affrontate dalla famiglia Gramaglia. Determinati a non abbandonare Borgo Vittoria — quartiere periferico ma animato da una forte volontà di innovazione e riscatto economico e sociale — i gestori mantengono salde le radici nel territorio. Questo impegno si traduce in un’atmosfera autentica e calorosa: la Trattoria Amicizia diventa così un luogo che va oltre la mera proposta culinaria, trasformandosi in un punto d’incontro tra tradizione e futuro.

    L’offerta gastronomica si riconosce sotto la dicitura di “Nuova cucina piemontese”, a voler indicare un rispetto profondo per la tradizione locale, ma dinamizzato secondo il gusto contemporaneo, in un equilibrato compromesso tra passato e futuro. Le ricette più rappresentative del territorio si incontrano e si fondono armoniosamente con la volontà di innovare. Come ama raccontare Kevin, “l’intenzione era di mantenere lo spirito della trattoria, con le radici della proposta culinaria ben salde nella tradizione piemontese, ma con una reinterpretazione più fresca e giovanile”. Questa freschezza emerge non solo dal menu — dove piatti classici e nuovi convivono — ma anche dall’approccio fantasioso e informale al servizio e alla presentazione.

    Così, accanto ai grandi consolidati come il vitello tonnato, trovano spazio portate più originali che attingono all’immaginario personale e familiare del cuoco. Date le origini calabresi, Kevin non manca infatti di introdurre sapori meno autoctoni ma perfettamente coerenti con l’anima cosmopolita del capoluogo piemontese. È il caso del Fusillone al Bronzo Barilla con acqua di pomodoro, stracciatella affumicata, ’nduja e olio al basilico: un piatto estivo che unisce il Nord al Mediterraneo, con note fresche, lattiche e piccanti che si riuniscono in generosi bocconi succulenti. Una ricetta che ricorda come la mescolanza culturale si rifletta nel gusto quotidiano, seduti a tavola a condividere un’esperienza gastronomica che ci riconnette con il piacere.

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