Ma.Ri.Na, da oltre 50 anni una grande cucina di mare verso il futuro

    fotografo Lido Vannucchi

    Promosso da Barilla

    Piazza S. Gregorio, 11 21057 Olgiate Olona (VA)

    Lo Chef

    Un consiglio

    Il Ristorante Ma.Ri.Na. nasce nel 1973, quando i coniugi Angelo Possoni e Carolina Bassani, originari di Bergamo, si trasferiscono a Olgiate Olona e aprono un ristorante-trattoria in Piazza San Gregorio.
    Il nome stesso del ristorante viene dalle figlie della famiglia: Marisa, Rita e Anna, da qui “Ma.Ri.Na”. Inizialmente trattoria semplice, nel corso degli anni ha puntato sempre più in alto, specializzandosi nel pesce e nella cucina di mare, fino ad ottenere e mantenere per decenni la stella della Guida Michelin.

    La proposta gastronomica è focalizzata sul pesce e i frutti di mare: crudi, paste di mare, risotti di mare, piatti creativi oltre che di tradizione. Narra un aneddoto che abbia iniziato a proporre il pesce crudo intorno al 1980, per il desiderio della famiglia a offrire qualcosa di nuovo e distintivo: «eravamo ‘matti’ per l’epoca, ma eravamo desiderosi di offrire qualcosa che non c’era».  In particolare «grazie a un cliente giapponese, che chiese di avere del pesce crudo, si accese una lampadina che dette il via alla sperimentazione e lo studio di nuove proposte di crudi fino all’aragosta».  L’idea di fondo era di elevare il ristorante: trasformarsi da ambiente “tradizionale” del territorio a un ristorante di pesce autorevole, capace di distinguersi anche lontano dal mare.

    Oggi il ristorante è guidato da Giorgio, figlio di Rita, ancora attiva ai fornelli, mentre la cucina e la creazione dei piatti è a cura del giovane duo Alessandro Ganci e Davide Canziani, già in brigata di Ma.Ri.Na da tempo e ora maturi per raccogliere l’eredità di 50 anni del ristorante e lanciarlo nel futuro in continuità con il passato, ma con la contemporaneità di tecniche e ricerca sul gusto.

    Per il progetto Artisti di Al Bronzo ideato da Barilla, i due chef passano in rivista un piatto storico di Ma.Ri.Na, una pasta al nero di seppia con calamaretti. “Emozioni in bianco e nero” è la rilettura di questo piatto, come si sfoglia un vecchio album di foto che è ancora capace di emozionare e di rinnovarsi. Così della seppia si usano tutte le parti, oltre al liquido, nel suo brodo viene finita di cuocere la pasta, la seppia viene cotta sottovuoto e disposta nell’impiattamento in striscioline. Lo zero spreco è uno dei cardini della nouvelle vague del ristorante, in linea con i valori propugnati oggi dalla migliore ristorazione, mentre l’aggiunta del pomodoro cotto su brace vuole rafforzare il sapore con note mediterranee, insieme all’alga di mare e muschio stellato, a far vibrare il gusto sulle onde salmastre.

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